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24 Luglio 2017

Rischio elettrico: la maggior parte degli infortuni riguarda attività non elettriche

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Quasi la metà degli infortuni da rischio elettrico riguarda il mondo delle costruzioni ma il dato interessante è che in circa il 70% dei casi l'infortunato non era impegnato in attività dirette di manutenzione elettrica.

Il dato si ricava dallo speciale Infor.Mo dell'Inail dedicato al rischio elettrico. 

In particolare la maggior parte degli infortuni coinvolge la movimentazione mezzi. L'urto di mezzi con linee aeree di alta tensione nasce in primo luogo da una pianificazione carente e da conseguente formazione/equipaggiamento carente) e da scarso coordinamento. Ad esempio per tutti gli incidenti che accadono con carrelli sopraelevati, una pulsantiera autonoma renderebbe l'operatore indipendente dai manovratori di terra. Altro fattore rilevante è l'assenza di disalimentazione o disistemi di segregazione, spesso dovuto a segnalazione errata o carente. In questo tipo di attività la sicurezza è data soprattutto dal rispetto delle distanze di sicurezza indicate nell'allegato IX al TU Sicurezza.

Nel restante 30% che riguarda lavori di manutenzione elettrica, la causa principale è l'assenza o il non rispetto di una procedura lavorativa corretta.


Attività diverse dalla manutenzione

Più del 70% di infortuni ricade in attività che non riguardano manutenzione, in particolar modo nella movimentazione di mezzi. Sono i cosiddetti lavori non elettrici svolti in prossimità di parti attive (artt. 83 e 117 del D.Lgs. 81/08). 

Le criticità principali:

  • mancanza di pianificazione
  • segnalazione assente o errata
  • formazione ed equipaggiamento scarsi
  • mancanza di coordinamento tra operatori


Attività di manutenzione

Nel restante 30% di infortuni accadono per contatto durante l'attività di manutenzione ed installazione di impianti elettrici. Sono i cosiddetti lavori elettrici sotto tensione (art. 82 del D.lgs 81/08).

Le criticità principali:

  • mancato rispetto o assenza di procedura lavorativa (l'unica causa in un quarto dei casi) e di conseguenza mancato coordinamento tra lavoratori
  • malfunzionamento o assenza di dispositivi di protezione dell'impianto
  • dpi carenti