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News
28 Febbraio 2024
Quando il comportamento avventato del lavoratore è imprevedibile o abnorme
Al datore di lavoro spetta la responsabilità di assicurare ai propri dipendenti un ambiente di lavoro sicuro e di fornire le corrette misure di sicurezza. Tuttavia, ci sono situazioni in cui il comportamento “abnorme” del lavoratore può contribuire all’incidente sul luogo di lavoro. Cosa s’intende con comportamento “abnorme”? Ce lo spiega la Cassazione.
Con la sentenza n. 46841/2023, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in presenza di determinate condizioni, il datore di lavoro può essere esentato da qualsiasi responsabilità penale. Ciò avviene nel caso in cui il comportamento del lavoratore sia da considerarsi “abnorme": un comportamento si definisce “abnorme” nel momento in cui risulta imprevedibile per il datore di lavoro. Ad esempio, se un lavoratore decide spontaneamente di non utilizzare le misure di sicurezza imposte dall’azienda, tale comportamento può essere considerato “abnorme”.
Un comportamento “abnorme” è tale anche se il pericolo che ne deriva è al di fuori della sfera di controllo del datore di lavoro. Ciò significa che il comportamento del lavoratore può aver attivato rischi che non sono sotto il diretto controllo e responsabilità dell’azienda. Infine, un comportamento può essere considerato “abnorme” se eseguito in un contesto diverso rispetto alle mansioni affidate al lavoratore. Ciò avviene nel caso in cui un dipendente abbia operato in modo autonomo o in modo estraneo alle responsabilità lavorative assegnate.
Ovviamente, va sottolineato che il datore di lavoro ha il dovere di garantire la sicurezza dei suoi dipendenti. Questo significa, tra le altre cose, fornire le adeguate misure di sicurezza, rendere il luogo di lavoro il più sicuro possibile e assicurarsi che le regole vengano rispettate. D’altro canto, i lavoratori hanno il dovere di seguire le indicazioni fornite dal datore di lavoro e di utilizzare correttamente le misure di sicurezza.
In allegato la sentenza n. 46841/2023.
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