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20 Febbraio 2023

Cos'è un corso BLSD e quali sono le differenze con il primo soccorso

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Corso di primo soccorso e corso BLSD vengono spesso considerati come sinonimi, mentre in realtà identificano due percorsi formativi diversi.

Ecco perché, oltre agli obblighi di legge (che non sono gli stessi), cambiano ovviamente anche i temi trattati e il monte ore complessivo.

In entrambi i casi stiamo parlando di conoscenze e tecniche che possono essere fondamentali in situazioni di emergenza, per intervenire nel modo corretto. Ma quali sono le differenze tra primo soccorso e BLSD? Vediamo subito di fare chiarezza, in questo articolo.

Cos’è un corso di primo soccorso

Il corso di primo soccorso è obbligatorio per le aziende che hanno almeno un dipendente o un socio lavoratore, e racchiude le tecniche e gli interventi necessari per affrontare efficacemente una situazione di emergenza (es. arresto cardiaco, shock, crisi asmatica, reazione allergica, infortunio, ecc.).

Ciò che è importante sottolineare è che il primo soccorso non va confuso con il pronto soccorso. Le tematiche della formazione, teorica e pratica, non riguardano infatti le azioni di competenza del personale medico specializzato, ma quelle necessarie a:

• riconoscere un'emergenza;

• allertare il sistema di soccorso;

• mettere in atto gli interventi di primo soccorso (es. massaggio cardiaco esterno, corretto posizionamento dell'infortunato, ecc.);

• conoscere i rischi specifici dell'attività svolta.

I corsi di primo soccorso possono essere diversi a seconda del gruppo cui appartiene l'azienda (A, B o C), stabilito in base al numero di lavoratori, all'attività svolta e ai fattori di rischio presenti.

Il monte ore, di conseguenza, può andare dalle 16 ore del gruppo A alle 12 dei gruppi B e C (gli aggiornamenti, con periodicità triennale, sono rispettivamente di 6 e 4 ore).

Inoltre, in base all’attività, può essere opportuno distinguere tra corsi di primo soccorso per gestire l’emergenza negli adulti o nei bambini (in questo caso il corso si definisce primo soccorso pediatrico).

Corso BLSD: cos’è e cosa cambia rispetto al primo soccorso

Il Basic Life Support with Defibrillation si focalizza su un aspetto specifico, ovvero il corretto uso del defibrillatore nei confronti di soggetti in arresto cardio-respiratorio.

La formazione BLSD si distingue innanzitutto per i destinatari a cui è rivolta: personale sanitario oppure operatori laici, per i quali la durata della formazione è rispettivamente di 8 e 5 ore. In entrambi i casi la formazione è soprattutto pratica, e permette di capire come intervenire tempestivamente con il defibrillatore.

Normalmente, nelle aziende il corso di riferimento è quello per laici, in quanto è dedicato a personale non sanitario. È però importante ricordare che, a differenza del corso di primo soccorso aziendale, non si tratta di un tipo di formazione obbligatoria per le aziende, o almeno non per tutte. Infatti, esse possono scegliere se dotarsi o meno di un defibrillatore, quindi se non lo hanno non vi è l’obbligo di formazione. Vi sono tuttavia dei contesti nei quali la presenza del defibrillatore è obbligatoria, ovvero:

• uffici della pubblica amministrazione con almeno 15 dipendenti e con servizi aperti al pubblico;

• porti, aeroporti e stazioni ferroviarie;

• aerei, treni e navi con percorrenza continuata - senza possibilità di fermate intermedie - di almeno 2 ore;

• società sportive dilettantistiche e professionistiche.

È chiaro, dunque, come in questi casi siano richiesti anche degli operatori BLSD, opportunamente formati, in grado di usare il defibrillatore.

Al di là degli obblighi di legge, tuttavia, data l'importanza vitale (nel vero senso della parola!) di questo strumento, sarebbe consigliabile che anche le aziende private fornissero la formazione BLSD ai propri lavoratori. Già in molte imprese viene fornito gratuitamente questo tipo di corso ai dipendenti che vogliono aderire su base volontaria.

Un "regalo" che può salvare una vita: non solo sul lavoro, ma ovunque.

Cos’è un Defibrillatore semiautomatico esterno (DAE)

Un defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) si caratterizza per essere uno strumento efficace, sicuro e semplice da usare anche per il personale non sanitario, sebbene richieda appunto un minimo di formazione all'utilizzo.

Il DAE è dotato di un'unità centrale, che analizza il ritmo cardiaco del paziente, e piastre (o elettrodi) in grado di trasmettere le scariche elettriche quando necessario. A differenza dei modelli completamente automatici, che rilevano il ritmo cardiaco e si occupano anche di erogare la scarica elettrica in caso di arresto cardiaco, i defibrillatori semiautomatici richiedono comunque l'intervento della persona per l'attivazione della scarica (su indicazione dello strumento).

Questa modalità è considerata quindi più sicura, in quanto è l'operatore ad essere responsabile della corretta esecuzione della manovra. Infatti, come specificato anche nel Decreto 18 marzo 2011, all'allegato A, "L'operatore che somministra lo shock elettrico con il defibrillatore semiautomatico è responsabile, non della corretta indicazione di somministrazione dello shock che è determinato dall'apparecchio, ma della esecuzione di questa manovra in condizioni di sicurezza per lo stesso e per tutte le persone presenti intorno al paziente".

Altro aspetto importante da sottolineare è ricordarsi di effettuare la regolare manutenzione e pulizia dello strumento, per evitare che il defibrillatore non funzioni proprio nel momento del bisogno.