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01 Giugno 2016

Formaldeide: come valutare il rischio cancerogeno?

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L’Unione Europea ha riclassificato dal 1° gennaio 2016 la formaldeide, modificando la frase di rischio da “H351: Sospettato di provocare il cancro” a “H350: Può provocare il cancro”. 

A fronte di questa riclassificazione diviene obbligatorio valutare il rischio secondo quanto stabilito dal D. Lgs. 81/08 nel Capo II del Titolo IX relativo alla “Protezione da agenti cancerogeni e mutageni”. Ciò ha due immediate conseguenze:

- per le aziende: un aggiornamento del documento di valutazione del rischio;

- per il Medico Competente di adeguare il protocollo sanitario e attivare, se ritenuto necessario, il registro degli esposti.

La formaldeide ha impieghi disparati: per le sue proprietà battericida viene utilizzato, come noto, come disinfettante o come conservante di materiali biologici ed è ampiamente diffusa nell’industria del legno in quanto componente di colle ureiche utilizzate nella produzione di alcuni tipi di pannelli (MDF, nobilitato, truciolato).


LA DIFFUSIONE DELLA FORMALDEIDE: CHI NON E’ ESPOSTO AL RISCHIO? 

In effetti la formaldeide è un agente cancerogeno presente non solo nell’ambiente di lavoro, ma al quale è potenzialmente esposta anche la popolazione. Questo perché, come appena visto, molti materiali lignee, quali compensati, pannelli truciolari ed altri conglomerati legnosi, possono contenere e rilasciare formaldeide.

In tal senso sono stati determinati dei valori limite di esposizione per la popolazione generale, riportati nella Circolare n. 57 del 22 giugno 1983 del Ministero della Salute, recante “Usi della formaldeide”: tale riferimento stabilisce un limite di 0,1 ppm (0,123 mg/mc) negli ambienti di vita e soggiorno nei quali vengono utilizzati compensati, pannelli truciolati, di conglomerati in sughero. 

Pertanto, la valutazione del rischio cancerogeno da esposizione a formaldeide deve essere approfondita anche per i lavoratori che non effettuano una lavorazione diretta con tale sostanze (o con manufatti che la contengono e/o rilasciano), ma permangono in locali con alta concentrazione di manufatti in legno (si pensi ai negozi di mobili, allo stoccaggio di legni lavorati o semilavorati, etc.).

Essi potrebbero pertanto essere esposti a valori superiori alla popolazione generale negli ambienti di vita proprio per una maggior concentrazione di prodotti presenti. Dirimente, per questo tipo di attività, è il monitoraggio ambientale di formaldeide al fine di valutare l’esatta entità dell’esposizione.

In tal senso sviluppa le sue argomentazioni il parere “Esposizione professionale a formaldeide” del USC Medicina del Lavoro Ospedale Papa Giovanni XXIII – Bergamo, al quale rimandiamo per i dettagli.


Alleghiamo di seguito il documento “Esposizione professionale a formaldeide”:

1465288923-Esposizione-Professionale-Formaldeide.pdf