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23 Marzo 2020

INAL | Procedura sperimentale per la determinazione della componente batterica del materiale particolato

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Negli ultimi anni il numero delle attività lavorative soggette a rischio biologico è notevolmente aumentato. Questo accade a causa della mancanza di metodologie standardizzate che permettano di misurare quantitativamente la componente batterica del materiale particolato e perché i limiti di esposizione agli agenti biologici non sono ancora stati stabiliti né tanto meno sono disponibili informazioni sufficienti per dare contezza della relazione dose-risposta.

INAIL propone un documento che contiene un metodo analitico per monitorare tramite due indicatori chimici (acido muramico e acido dipicolinico) l'andamento e le variazioni delle concentrazioni di batteri e di spore batteriche aerodisperse. Esso è applicabile in realtà lavorative come le industrie di compostaggio, aziende zootecniche e agricole e negli impianti di riciclaggio dei rifiuti. 

Realizzato dal Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, il documento, che ha il titolo di “Procedura sperimentale per la determinazione della componente batterica del materiale particolato” mette in luce, una volta di più, quanto la caratterizzazione delle componenti del bioaerosol sia oggetto di crescente interesse nella comunità scientifica, soprattutto per gli effetti che tali componenti hanno sulla salute umana come asma, infezioni, allergie e altre malattie delle vie respiratori. 

Tramite il documento, il Dipartimento, sottolinea come la misura di determinazione delle componenti del bioaerosol, pur consentendo la determinazione delle sole specie vitali coltivabili, è necessaria per conoscere la qualità microbiologica dell'aria, ma esclude la determinazione di tutte le specie “non vitali” e “vitali, ma non coltivabili”, che possono tuttavia essere la causa specifica di allergie ed altre patologie. 

Per consultare il documento, clicca QUI